La dirigenza ASI partecipa alla presentazione del libro “CAMET – i nostri primi 50 anni” per cinquantenario della fondazione del Club
Nel 2018 il CAMET (Club Auto e Moto d’Epoca Toscano) ha raggiunto l’importante traguardo dei primi 50 anni dalla sua fondazione. Il CAMET è una delle più antiche associazioni di appassionati di auto storiche e può essere considerata tra una delle più importanti sia per il livello delle vetture conservate che per la rilevanza delle manifestazioni organizzate, alcune delle quali con risonanza in tutta Italia e all’estero.
Per ricordare la storia del club, la sera del 24 Giugno – durante la decima edizione di “Firenze sotto le Stelle 2018” – è stato organizzato un evento cui hanno partecipato Maurizio Speziali, Presidente dell’ASI e Alberto Scuro, vicepresidente, oltre ai rappresentanti delle Istituzioni fiorentine, della Regione e i rappresentanti dei club d’auto d’epoca vicini. L’evento si è tenuto al Forte Belvedere, sulle colline della città, il giorno di San Giovanni patrono di Firenze, così da offrire ai circa trecento partecipanti una posizione di primo piano per ammirare il tradizionale spettacolo pirotecnico.
In quest’occasione è stato presentato un libro che ricorda, anche con foto e documenti d’epoca, la nascita e lo sviluppo del club fin dalla sua fondazione che venne formalizzata il 23 Febbraio 1968, quando un gruppo di appassionati toscani si incontrò nello studio di un notaio di Pistoia per la firma del primo statuto. In effetti, già dai primi anni ’60, questo primo manipolo di amanti di vecchi motori aveva iniziato a radunarsi una volta l’anno a Montecatini, a contorno di un concorso di eleganza per auto moderne.
Parlare di “auto d’epoca” nel 1968 era molto diverso da come lo intendiamo adesso. In quegli anni pionieristici le auto d’epoca erano chiamate “veterane” e, come indicato nel primo statuto dell’ASI, dovevano essere rigorosamente anteguerra, almeno antecedenti al 1935. La Balilla – un classico tra le vetture prodotte tra le due guerre – era appena tollerata, troppo “moderna” per quei tempi e “balillisti” erano chiamati i giovani che si apprestavano al mondo del motorismo storico con questa berlina FIAT.
Uno dei primi appassionati italiani, vero motore dell’associazionismo toscano e non solo toscano, è stato il conte Felice di Tocco, originario di una nobile famiglia calabrese ma fiorentino di nascita (e di carattere), che nel primo dopoguerra cominciò a raccogliere e conservare quei “ferrovecchi” scampati alla furia della guerra e, per quanto riguarda Firenze, anche dall’alluvione del Novembre 1966. Fu proprio Felice di Tocco a farsi parte attiva nel contattare i pochissimi che condividevano la stessa passione per organizzare le prime gite con i loro “macinini” (altra denominazione scherzosa di quegli anni) e quindi a fondare quel club che oggi celebra i suoi primi 50 anni. Alla fine degli anni 60 gli appassionati Toscani delle “veterane” si potevano contavano sulle dita di due mani.
Analogamente alla Toscana, anche nelle altre regioni questi primi collezionisti di antichi motori iniziarono a raccogliersi in club che poi, a loro volta, si associarono creando, nel 1966, l’ASI (Automotoclub Storico Italiano) alla quale il neonato CAMET si federò appena fondato. Nel 1968, i club associati erano 11 ed i collezionisti di veterane solo 540 in tutta Italia. Oggi fanno parte dell’ASI ben 316 club che raccolgono più di 200.000 appassionati. Negli anni, i soci del CAMET hanno ricoperto posizioni importanti nell’ASI, come la vice-presidenza di Felice di Tocco e la responsabilità di importanti Commissioni come quella Tecnica, Culturale, Manifestazioni.
Proviamo a tornare con la mente alla seconda metà degli anni ’60: la guerra era un ricordo ed il boom economico rendeva accessibili beni impensabili fino a pochi anni prima: frigorifero, televisore e, magari a fronte della classica montagna di cambiali, la prima quattroruote, quasi sicuramente una fiammante Fiat 600. L’economia galoppava e la lira ricevette l’oscar della moneta più solida dell’occidente. Le fabbriche si riempivano e le campagne venivano abbandonate. Ci si trasferiva da un Sud ancora arretrato ad un Nord in grande sviluppo. Insieme all’evoluzione dell’economia e del lavoro cambiava rapidamente anche la società. Tanti i giovani nati nel dopoguerra, i baby boomer, che scalpitavano cercando un proprio spazio, nuovi stili di vita, nuovi sogni, il ’68 era dietro l’angolo e poi gli hyppies, i beatles, le mini-gonne, il twist. La tecnologia faceva passi da gigante: l’uomo sulla luna, il primo trapianto cardiaco di Barnard, la pillola anticoncezionale, ecc. ecc.
In tanto fermento, a chi potevano interessare le “nonnette” che questi pochi appassionati si ostinavano a guidare?
Eppure è stata proprio questa passione che ha permesso di conservare e portare fino a noi la testimonianza dei primi passi della motorizzazione.
Il CAMET, non appena fondato si dimostrò uno dei club più attivi organizzando un primo raduno a Firenze, con verifiche in Piazza Beccaria, sfilata nelle vie del centro e esposizione alla Cascine. Da questi primi passi, si svilupparono i raduni degli anni ’70 e ’80 come i “Rally Toscani” nelle colline del Chianti che attirarono equipaggi da tutta Europa e le rievocazioni delle corse dei tempi pionieristici come il “Circuito Stradale del Mugello”, il “Circuito delle Cascine”, la “Coppa della Consuma” in collaborazione con l’Automobile Club di Firenze, la “Coppa della Toscana” e la “Firenze-Fiesole” in collaborazione con la Scuderia Biondetti. Il giorno della inaugurazione dell’Autodromo del Mugello, 24 Giugno 1974, le “veterane” del CAMET inaugurarono il nuovissimo circuito facendo da apripista alla moderne (di allora) auto da corsa. Dal primo nucleo del CAMET si sono poi sviluppati molti altri club nella regione, che è oggi una delle più attive nel motorismo storico, a quattro e a due ruote.
Da quegli anni pionieristici, tanta acqua e passata sotto i ponti dell’Arno, e il CAMET è sempre cresciuto sia come numero di soci, che oggi sono circa 700, ma soprattutto per la importanza delle auto e moto di cui i soci si prendono cura e per la rilevanza delle manifestazioni che vengono organizzate.
Ma soprattutto il CAMET è un’associazione che si è stata, da sempre, profondamente legata alla città e al territorio, come dimostrato dalla importanza che i Consigli Direttivi del CAMET, fin dai primi anni, hanno rivolto verso la cittadinanza, le istituzioni e le associazioni benefiche. Una esposizione di auto d’epoca è un grande catalizzatore di interesse che invita migliaia di persone creando quindi una importante occasione di visibilità sia per le ONLUS che sono sempre presenti negli eventi del CAMET sia per le Istituzioni, come la Polizia Municipale, l’ Automobile Club, le Misericordie che possono sensibilizzare la popolazione sulla sicurezza e la salute.
Foto Roberto d’Angelo
Foto Riccardo Innocenti